Dopo l’incontro “Le donne oltre la pandemia” del 5 marzo scorso ho redatto questo documento grazie a scambi di informazioni, conoscenze, competenze e buone pratiche con le compagne di Sinistra Comune, nel quale viene ben evidenziato che l’istituzione di questo Tavolo Permanente, attraverso un processo partecipativo e di co-progettazione che coinvolga le rappresentanti di associazioni di donne, del terzo settore, del volontariato, del sindacato, del mondo del lavoro, della scuola, di ordini professionali, ecc., possa contribuire positivamente, così come già sperimentato in altre città italiane, alla costruzione di politiche e di servizi volte alla valorizzazione delle differenze di genere e, quindi, migliorare la qualità della vita di tutte le cittadine e di tutti i cittadini.
Sembra anacronistico che ancora oggi, in una società italiana e locale evoluta e ben regolamentata da leggi significative e paritarie, siamo costrette a richiedere ed affermare principi e diritti per il benessere delle donne. Ma la realtà ci dimostra e ci impone di farlo poiché il sessismo e le discriminazioni nei confronti delle donne sono molto diffusi e avvengono quotidianamente in ambito lavorativo, sociale, politico, istituzionale, medico, intrafamiliare e l’attuazione dei principi di uguaglianza, di opportunità e di non discriminazione tra donne e uomini è ancora ben lontana dal suo concretizzarsi. Per non parlare dei casi di violenza e dei femminicidi. Tutto ciò offendendo la dignità della donna, nonché ignorando e calpestando anni di lotte e di battaglie sociali per la conquista di diritti, dignità, parità di genere e autodeterminazione. Le donne, infatti, sono ancora penalizzate nelle cariche pubbliche e nei processi decisionali, nel mondo della cultura, dello sport e del lavoro e, anche nella nostra Città, facendo una valutazione di quelli che sono gli effettivi servizi e strutture a sostegno delle donne, come per esempio gli asili nido, le sezioni di scuola materna, i servizi integrati per l’infanzia, i servizi territoriali per le persone anziane, i consultori, si riscontrano molte lacune e criticità. Ciò rende molto difficile alle donne la conciliazione dei tempi di lavoro e di impegno sociale con quelli di cura della famiglia e dei familiari. La pandemia, ancora di più, ci ha dimostrato disparità in ambito lavorativo e in materia previdenziale fra generi femminile e maschile.
I dati, fornitoci dall’ISTAT, parlano chiaro: rispetto all’occupazione, a dicembre 2020, su 101mila posti lavoro persi 99 mila sono stati femminili.
Proprio perché i settori più colpiti sono stati quelli degli alberghi, del turismo, della ristorazione, dei servizi di accudimento alla persona, tutti settori a prevalente occupazione femminile, non per propria scelta ma per scelta di una società ancora d’impronta fortemente patriarcale, che ancora oggi sceglie in base al genere chi debba assolvere alle mansioni di accudimento. Così quando si deve tagliare una risorsa o decidere chi deve lasciare il lavoro in famiglia è “facile” capire a chi spetti fare un passo indietro: la donna.
Questi dati, che confermano una situazione già allarmante e grave ancor prima della pandemia, adesso, se non attenzionati e ribaltati, inevitabilmente accresceranno le disuguaglianze e riporteranno le donne ad uno stato di sottomissione sociale ed economica.
Così come sui temi della salute, la prevenzione e la cura delle malattie non viene pienamente declinata secondo un’ottica di genere, nonostante nel 2019 sia stato adottato il Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere, previsto dall’articolo 3 della Legge 3/2018, che, tenendo conto delle differenze biologiche, delle condizioni socio economiche e culturali e della loro influenza sullo stato di salute e di malattia, potesse assicurare a donne e uomini le stesse opportunità di cura e assistenza.
Anzi, le politiche sanitarie nazionali e locali, sono improntate ad una gestione di opportunismo economico come, per esempio, rispetto a particolari interventi di prevenzione di fenomeni di maltrattamento e abuso sessuale o di politiche per combattere la violenza contro le donne.
Per questo sono necessarie politiche per la creazione di nuove infrastrutture sociali e di cura destinati all’infanzia, alle persone con disabilità, alle persone anziane e non autosufficienti, in modo che la donna possa alleggerirsi dei suoi “obblighi di cura” e possa ritornare ad essere protagonista della propria vita, della propria autonomia ed autodeterminazione sociale, politica, culturale ed economica.
L’istituzione di un Tavolo Comunale Permanente per le Politiche di Genere, attraverso un processo partecipativo e di co-progettazione che coinvolga le rappresentanti di associazioni di donne, del terzo settore, del volontariato, del sindacato, del mondo del lavoro, della scuola, di ordini professionali, ecc., potrà contribuire positivamente alla costruzione di politiche e di servizi volti alla valorizzazione delle differenze di genere e, quindi, migliorare la qualità della vita di tutte le cittadine e di tutti i cittadini di Palermo.
Le proposte e gli ambiti di intervento rispetto ai quali collaborare e co-progettare sono molteplici per far sì che le scelte agite dell’Amministrazione, neutre rispetto al genere, siano calibrate ed adattate in maniera diversa sulle donne e sugli uomini attraverso una maggiore giustizia distributiva, ai fini del conseguimento dei principi di parità fra donne e uomini.
Il Bilancio di Genere, previsto dalla normativa europea e sollecitato per la sua adizione dal Governo italiano, sicuramente è uno degli strumenti fondamentali e utili per abbattere le disuguaglianze e orientare la programmazione politica, economica, sociale e gli adempimenti che riguardano il bilancio comunale verso una più equilibrata distribuzione delle risorse per il potenziamento e/o la creazione di strumenti e azioni per la conciliazione vita-lavoro e a garanzia di pari dignità e pari opportunità di donne e uomini nella gestione della propria vita quotidiana e familiare.
Questa modalità partecipativa e di rete, che si attuerebbe con l’istituzione del Tavolo Comunale Permanente per le Politiche di Genere, che possiamo definire “welfare di prossimità” sicuramente è uno strumento privilegiato, specialmente in questa fase difficile e delicata di contenimento e superamento della crisi sociale e lavorativa post pandemica, che facilita senza distanze e nell’immediato, l’analisi del contesto, l’ascolto dei bisogni delle cittadine e dei cittadini, e quindi anche le risposte a questi bisogni.
Infine, per sintetizzare la nostra proposta, riteniamo che il Tavolo Comunale Permanente per le Politiche di Genere, sempre in un’ottica di miglioramento della qualità della vita di donne e uomini, possa occuparsi di:
- Interventi che mettano la donna al centro delle scelte politiche ed economiche dell’Amministrazione Comunale, specialmente per incentivare e favorire l’inserimento nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria femminile.
- Promuovere azioni politiche volte a rendere possibile la conciliazione tra tempi di vita personali e familiari e tempi di lavoro, contribuendo attraverso la propria attività propositiva, al miglioramento e potenziamento dei servizi o all’apertura e gestione di ulteriori servizi territoriali offerti dalla Amministrazione Comunale di supporto alle donne, quali asili nido e asili nido aziendali, spazi gioco, centri per bambine/i e famiglie, servizi integrativi per la prima infanzia anche con apertura pomeridiana, ed altre strutture cosiddette di “cura” per persone adulte.
- Far entrare nel dibattito politico l’allattamento come scelta di equità che riguarda l’intera società, progettando ed implementando politiche che supportino realmente l’allattamento, per far si che la rilevanza pubblica dell’allattamento, come ricordato da OMS ed Unicef, non continui ad essere trattata come un fatto privato dunque invisibile dal punto di vista delle politiche pubbliche. Ad esempio, prevedendo la fornitura di frigoriferi nei nidi comunali e fornendo una formazione specifica alle operatrici e agli operatori dei nidi, qualora la mamma scelga di proseguire l’allattamento con la somministrazione di latte materno spremuto, e ancora garantendo la presenza di un luogo confortevole per estrarre il latte e di un frigorifero dove riporlo anche nei luoghi di lavoro delle dipendenti comunali.
- Promuovere interventi contro ogni forma di discriminazione, violenza, disuguaglianza fra i generi, e vigilare affinché vengano adottate le normative comunitarie ed internazionali quali strumenti di riduzione di tutte le forme di esclusione e violenza verso le donne e di potenziamento di azioni di salvaguardia della salute e del benessere psicofisico, di pari dignità ed opportunità. Di ogni donna, bambina e adulta.
- Vigilare affinché all’interno dell’Amministrazione Comunale, siano garantiti il rispetto dei principi di pari opportunità, di benessere organizzativo e lavorativo e il contrasto di ogni forma di discriminazione e violenza morale verso le lavoratrici donne.
- Promuovere iniziative culturali, artistiche, di pratica politica che valorizzino la donna con la sua identità femminile.
- Elaborare e promuovere, soprattutto nelle scuole, programmi educativi ed iniziative didattiche di rispetto della dignità delle persone e della parità di genere, al fine di favorire cambiamenti culturali della cittadinanza e, quindi, eliminare condizionamenti culturali e discriminanti.
- Predisporre e diffondere brochure informative, in diverse lingue, rivolte alle donne, contenenti informazioni sui principali servizi a sostegno delle donne e notizie principali sul fenomeno della violenza contro le donne, con sezioni dedicate ai principali servizi socio-sanitari pubblici e privati, quali i servizi di primo intervento in emergenza e servizi di aiuto e sostegno per percorsi di uscita dalla violenza.
- Monitorare il territorio ed avanzare suggerimenti e proposte relativi all’apertura e gestione di centri antiviolenza, di case rifugio ad indirizzo segreto per donne e minori vittime di violenza.
- Vigilare e controllare il territorio affinché vengano rispettate le norme vigenti che vietano la pubblicità che presenta stereotipi di genere o che incita al sessismo e alla violenza.
- Elaborare un apposito regolamento da adottare sia per la redazione di ogni atto amministrativo, diffuso e pubblicato dall’Amministrazione comunale, sia dai mezzi di comunicazione e informazione, utilizzati sempre dall’Amministrazione comunale sull’uso di un linguaggio non sessista e rispettoso delle donne.
Questa documento è stato inviato all’Assessora Marano, con l’auspicio che possa sostenere la proposta di istituire il Tavolo Comunale Permanente per le Politiche di Genere delineata da me e dalle compagne di Sinistra Comune.