Gentile Sindaco, Gentile Assessore alle CulturE, il 25 novembre scorso è stata celebrata la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, riconosciuta dalla comunità internazionale come una violazione fondamentale dei diritti umani.

Anche nella nostra città tante sono state le iniziative promosse e realizzate dal mondo associativo per denunciare ogni forma di violenza di genere, per testimoniare l’azione attiva contro la violenza, per chiedere alle istituzioni azioni di prevenzione e di contrasto alla violenza.

L’Amministrazione Comunale ha aderito con la sensibilità e l’impegno di sempre perché solo con azioni ed interventi condivisi fra vari soggetti della società civile e politica si può contrastare un fenomeno così devastante e una cultura sessista tanto perniciosa in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue manifestazioni.

Il sessismo linguistico è una di queste manifestazioni. Le parole e frasi che scaturiscono da un pensiero sessista, palesano infatti una marcata discriminazione nella rappresentazione della donna nel campo sociale, culturale e professionale rispetto all’uomo. Ciò è evidente nell’uso quotidiano di tutte/i noi, ma anche nella cronaca e nell’informazione, in molti titoli di giornali, interviste televisive, programmi di intrattenimento. Il linguaggio, le parole legittimano determinati comportamenti e rispecchiano la cultura di ogni società. Sono convinta che sia necessario un cambio culturale in tutti gli ambiti e che sia necessario e doveroso per chi “usa le parole” rispettare le differenze di genere ed utilizzare un linguaggio non discriminatorio nei confronti delle donne.

Per questo, sig. Assessore, mi piace riportare quanto da Lei dichiarato recentemente: “La violenza sulle donne, in qualunque forma si presenti, è uno dei fenomeni sociali ormai non più nascosti e rappresenta una violenza dei diritti umani. Per combatterla bisogna parlarne, muoversi insieme, con l’obiettivo di iniziare dei percorsi di cambiamento culturale.Occorre una “Cultura del rispetto”. Prestare attenzione a non utilizzare un linguaggio sessista è sicuramente un’azione molto significativa per contribuire ad educare e contrastare la “cultura sessista”. Anche l’amministrazione Comunale può disporre ed attuare azioni per la realizzazione del “linguaggio della parità” e promuovere la “Cultura del rispetto”.

D’altronde nella lingua italiana non solo il genere grammaticale dei nomi è corrispondente con il genere biologico, ma offre la possibilità di utilizzare nomi collettivi che includano persone dei due generi.

Nonostante questa certezza, queste possibilità e nonostante l’Amministrazione Comunale sia stata sempre attiva e sensibile e pur avendo, nel maggio del 2017, il Consiglio Comunale deliberato di adottare nel nuovo Regolamento del Consiglio Comunale il linguaggio di genere, ancor oggi nel linguaggio corrente, negli atti adottati dal Comune di Palermo risulta evidente l’utilizzo esclusivo del maschile generico quando si fa riferimento a donne.

Sig. Sindaco, sig. Assessore, per quanto sopra premesso, Vi chiedo di voler disporre azioni che promuovano all’interno dell’ Amministrazione Comunale la realizzazione di corsi di formazione per il personale al fine di produrre un cambiamento culturale collegato a questo tema, e di voler attivare le procedure necessarie affinché venga utilizzato un linguaggio non sessista, non esclusivo e non lesivo per la dignità delle donne, adottando l’uso sia della forma femminile che maschile per la redazione di ogni atto amministrativo, nella pubblicazione e diffusione di comunicati ufficiali, nella promozione di iniziative patrocinate dal Comune di Palermo, nella cartellonistica pubblicitaria e, in genere, nella pubblicità collegata o patrocinata dal Comune di Palermo.

Concludo questa mia richiesta riportando una riflessione tratta dall’introduzione al testo della professoressa Cecilia Robustelli, Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo, esito di un percorso formativo sul tema in questione voluto dalla Provincia di Firenze e dalla Regione Toscana nel 2012: 

“Le parole designano cose e persone, eventi e stati di fatto; spesso inconsciamente, attraverso il linguaggio attribuiamo loro una connotazione non neutra. Attraverso il linguaggio non ci limitiamo a descrivere l’esistente ma contribuiamo, talvolta, alla costruzione e al rafforzamento di vecchi e nuovi stereotipi culturali. La lingua rispecchia la cultura della nostra società. Per queste ragioni la riflessione sul linguaggio utilizzato dalla nostra Amministrazione nella stesura dei propri atti è fondamentale per rendere tutti consapevoli delle disuguaglianze di genere presenti nella nostra società, quando non addirittura per contribuire al loro superamento”.

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Scritto da:

Katia Orlando

Consigliera Comunale di Palermo con Sinistra Comune