Al Sig. Sindaco Leoluca Orlando
Al Vice Sindaco Fabio Giambrone
All’Assessore Giusto Catania
All’Assessore Roberto D’Agostino
All’Assessore Adham Darawsha
All’Assessora Giovanna Marano
All’Assessore Giuseppe Mattina
All’Assessore Leopoldo Piampiano
All’Assessora Maria Prestigiacomo

Gentile Sindaco, Gentili Assessore e Assessori,
mi rivolgo a tutte/i voi perché ritengo che ciò che di seguito rappresenterò sia un argomento che coinvolga tutta l’Amministrazione attiva della nostra Città.
Mi riferisco all’Associazione e Centro Antiviolenza “Le Onde” di Palermo che il 1 ottobre scorso ha diffuso un comunicato stampa che testualmente cito:
“Il contrasto alla violenza verso le donne non si può fare ad anni alterni.
Le Onde ONLUS, da oltre 20 anni in prima linea contro la violenza verso le donne con il Centro Antiviolenza e Case Rifugio, è senza fondi da gennaio 2019.
Nel mese di agosto di quest’anno sono state pubblicate notizie confortanti per le donne vittime di violenza e in particolare per quelle che affrontano i traumi e le difficoltà derivanti da violenza domestica, sessuale, psicologica, economica e stalking che vivono a Palermo.
La prima notizia è del 13 agosto: la Regione pubblica i bandi per i Centri antiviolenza, le Case rifugio e l’assistenza alle donne vittime di violenza e figli/figlie minori. Per l’intera Sicilia sono disponibili oltre due milioni di euro. La seconda notizia risale al 19 agosto: il Comune di Palermo rende disponibili i fondi del Piano Operativo Complementare del PON Metro che ammonta a circa 1,3 milioni di euro, cui si aggiungono le risorse del piano di zona di distretto (Legge 328/2000), per circa 2.500.000,00 di euro.
Da gennaio 2019, tuttavia, la nostra Associazione, attiva a Palermo con il Centro antiviolenza e le sue due Case rifugio a indirizzo segreto, continua ad operare in regime di “lavoro volontario” con le competenze offerte dalle nostre professioniste e garantite da gennaio ad oggi a più di 240 donne, che si sono rivolte a noi chiedendo aiuto e sostegno per uscire dalla violenza.
Gli annunci di agosto – su cifre importanti, anche se non elevate perché destinate a finanziare tutti i Centri antiviolenza e le Case rifugio per tutta la Sicilia e il territorio palermitano – ci avevano sollevato perché il finanziamento pubblico significa per noi poter riprendere le attività di sostegno e aiuto alle donne a pieno ritmo e non solo in base alla disponibilità volontaria delle professioniste. E gli annunci fatti avevano rassicurato l’opinione pubblica, le donne e gli enti pubblici e privati che hanno ripreso con maggiore forza ad indirizzare al Centro antiviolenza le vittime, come vuole la normativa in vigore.
In questi mesi, non abbiamo mai smesso e continuiamo a dialogare con il Comune di Palermo affinché le risorse disponibili venissero utilizzate per garantire la continuità dei servizi specialistici per le donne vittime di violenza che operano in città. Ma, nonostante la volontà politica ci sono voluti 8 mesi solo per formalizzare le pratiche di accreditamento e le risorse sono tuttora bloccate per mancanza di procedura di spesa e per difficoltà amministrative nella gestione. Apprezziamo l’impegno e le scelte del Comune, ma siamo tuttora attive a regime ridotto e solo su base volontaria e questi tempi rischiano di disperdere energie, motivazione, competenze e professionalità preziose e uniche che la nostra équipe ogni giorno da anni mette a disposizione delle donne. Ma, soprattutto, le donne che ci cercano per essere aiutate e sostenute trovano il Centro aperto per sole 16 ore settimanali, il tempo ricavato dal lavoro volontario.
Le domande per le quali vorremmo risposta sono: Perché questa città non è in grado di fare seguire alla volontà politica adeguati, efficaci e immediati atti amministrativi? Ed ancora, perché la Regione rende disponibili risorse che i Centri e le Case riceveranno dopo almeno un anno (se l’iter va bene)?
Noi siamo qui a fare la nostra parte. La nostra motivazione deriva dal sentire interiore di ciascuna di noi e dalla scelta politica di affermare una nuova cultura che liberi le donne dalla violenza che ancora oggi subiscono quotidianamente e che a volte le uccide (sono almeno 2 le donne uccise a Palermo in questi ultimi mesi). Continueremo a cercare risorse economiche per sostenere le attività senza lesinare su qualità e impegno, come facciamo da oltre 20 anni.”
Questa è la situazione in cui versa l’Associazione “Le Onde Onlus” che, pur senza fondi, da gennaio 2019, nonostante abbia ridotto le ore di apertura a 16 ore settimanali in regime di volontariato, continua a garantire a tantissime donne che ne fanno richiesta risposta telefonica, accoglienza, percorsi terapeutici individuali e di gruppo, consulenze legali, consulenze commercialiste.
Il centro antiviolenza, inoltre, gestisce due case rifugio: la Casa di Maia, che attualmente accoglie tre nuclei familiari di mamma e figli per un totale di 7 persone, e la Casa delle Moire, che per il momento è chiusa per mancanza di fondi.
È superfluo dire che la riduzione o la cessazione di un servizio così importante rappresenta un problema sociale e culturale che coinvolge tutte e tutti.
L’Associazione “Le Onde Onlus”, con il Centro Antiviolenza e le due strutture ad indirizzo segreto per donne e minori vittime di violenza, opera sul territorio cittadino dal 1992, offrendo competenza e professionalità nella lotta alla violenza di genere e nella gestione di percorsi di uscita dalla violenza e contribuendo a diffondere la conoscenza del fenomeno della violenza di genere e al suo contrasto. L’Associazione è capofila del coordinamento della Rete Antiviolenza della Città di Palermo, formalizzatasi nel 2006 con un Protocollo d’Intesa siglato con Associazioni di donne, Enti locali, Forze dell’Ordine, ASP Palermo – Azienda USL 6, ospedali e con gli organismi che si occupano di animazione territoriale, di sviluppo locale, di orientamento e formazione, con lo scopo di integrare le azioni realizzate dai singoli enti ed organismi, ciascuno con le proprie specificità e competenze.
Nonostante l’eccellenza dell’attività dell’Associazione “Le Onde Onlus”, messa in campo e a servizio della collettività in tutti questi anni, l’insufficienza dei fondi o i ritardi nell’erogazione degli stessi da parte delle Istituzioni, in genere, e dell’Amministrazione Comunale, in particolare, è un problema ricorrente che negli anni, come in questo, ha privato tantissime donne vittime di violenza di un supporto fondamentale e un luogo accogliente e protetto dove poter recuperare la propria autostima ed autodeterminazione e riprogettare la propria vita e il proprio futuro, anche attraverso progetti di rete. L’avvio e l’inaugurazione di Clean Sicily e Happy Colors Books, due imprese avviate col progetto V.I.T.A.E. e finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e del laboratorio/bottega “Cuoche Combattenti”, pensate e volute da donne accolte e sostenute dal Centro Antiviolenza Le Onde, è la dimostrazione di ciò: storie di lotte, di sogni, di incertezze, di passione, di vittoria, di riscatto.
Per questo è necessario che l’Amministrazione Comunale stanzi in Bilancio fondi per finanziare senza soluzione di continuità tutti gli interventi posti in essere dall’Associazione e Centro Antiviolenza “Le Onde”. Inoltre, è necessario sboccare e definire al più presto tutto il sistema di accreditamento del Comune di Palermo per Centri Antiviolenza e Case Rifugio che consentirebbe non solo all’Associazione e Centro Antiviolenza “Le Onde” ma anche ad altri organismi iscritti all’Albo Regionale ex art. 26 della Legge 22/86 ed in possesso degli adeguati requisiti strutturali ed organizzativi di accogliere e sostenere le donne vittime di violenza di genere.

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Scritto da:

Katia Orlando

Consigliera Comunale di Palermo con Sinistra Comune